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10 aprile, 2007

A cosa credi?

Ma ti sei mai chiesto chi sono veramente? Hai mai pensato al fatto che potessi ridere e piangere allo stesso tempo? Hai mai realizzato che posso dare tutto me stesso, ma nello stesso tempo togliere ed eliminare qualsiasi traccia della mia presenza dalla tua anima senza che tu abbia anche solo una possibilità di impedirmelo? Che l’acqua invece di bagnarti ti asciughi? Che il concetto del destino sia stato inventato da chi necessitava assolutamente di qualcosa in cui credere? E se il mondo cominciasse a ruotare dalla parte inversa e la giornata iniziasse con la notte e finisse con la giornata? E se il sole sorgesse a Nord e tramontasse e Sud? E se con i soldi ci si potesse comprare la felicità? Che la bellezza fosse un canone da definire ogni mattina dopo aver fatto pipì? E se l’universo implodesse invece che espandere? Che l’amore fosse la chiave per conquistare lo spazio immenso che c’è dentro di noi? Hai mai creduto anche solo per un secondo che un sasso lasciato cadere dalla tua mano salisse verso il cielo invece che toccare terra? Che i colori sono i contenuti che usiamo per riempire le forme che incontriamo? Hai mai deciso quello che veramente ed intimamente volevi fare? E se il sole inghiottisse la luce invece di emanarla? E che i buoni foseri i cattivi? Che il tempo scoresse all’indietro invece che in avanti? Che i morti fossero i vivi? Che io non sono io ma ciò che credo di essere?
Certo che di certezze nella vita ce ne sono ben poche, e quelle che ci sono alla fine, pensandoci bene non valgono quanto un fico secco…

Buona giornata a tutti quelli che non credono di credere.

07 aprile, 2007

Felice!

Un paio di minuti, solo pochi minuti...
Per dirmi che sto bene. Da quando sono tornato a casa il tempo sembra volare. E io non riesco a trattenerlo. Mi sforzo di tenere ferme le lancette degli orologi che ormai da 15 anni non porto nemmeno più, provo a legare il sole con la corda per fare in modo che il giorno non finisca (anche se la notte il suo fascino su di me lo esercita sempre e comunque) ma non funziona. Il tempo scorre…spesso lentamente, ora velocemente…ma comunque sia in maniera inesorabile.
La nascita, la morte. Gli unici due passaggi obbligati.
Oggi è nata Giulia. E sono felice.
La nascita di un essere umano mi ridimensiona. Anzi, forse è più corretto dire che mi da nuove dimensioni. Di quello che sono, di quello che penso. Mette nuovamente in discussione tutto me stesso e quello che ho acquisito fino ad oggi.
Oggi sono un po’ confuso, ma fa parte della mia natura. Quando l’energia scorre è davvero difficile tenerla incanalata…Ogni tanto bisogna uscire dai binari. Bisogna deragliare…

Serena pasqua a tutti!

E benvenuta Giulia…è il tuo mondo ora! Il mio impegno è di fartelo trovare meglio di come ce lo hanno fatto trovare a noi…Auguri ai genitori Ba & JJ.

20 marzo, 2007

Storie di entrata ed uscita...

Sono le situazioni che vanno e vengono...

Difficile individuare quali sono le porte che ci garantiscono l'accesso a certi momenti...gravoso pure il compito di riconoscere quali sono quelle attraverso le quali le abbandoniamo nuovamente per altre.
Potremmo definirlo un po’ come un susseguirsi di “entrate” ed “uscite” delle quali non scorgiamo mai completamente i contorni all’interno delle quali accadono. Ci siamo solo immersi dentro...e talvolta non è nemmeno un male lasciare che le cose come dire...”scorrano”...
E’ come l’andamento di un fiume. Nasce tra le rocce, nascosto tra i meandri bui e le insenature della terra...si purifica, si ossigena...per poi tornare in superficie attraverso una sorgente che lo indirizza per quello che sarà il suo percorso. Lo accoglieranno letti ampi dove scorrerà tranquillo, ma anche strettoie, che lo renderanno rapido e impetuoso. Ci saranno periodi di secca e periodi di piena dovuti al maltempo...ma in fondo lui non potrà mai esimersi dal percorrere quella che è la sua strada.
Un po’ come la nostra vita, no?
Marzo 2007.
Un nuovo passo. Voluto? Forse...forse anche no.
Però da fare...come tutti i passi.
Bene...il dado è tratto. Tra pochi giorni caricherò nuovamente il mio furgone. Ci metterò tutti i miei pezzi, tutti i vestiti...ci metterò pure tutti gli odori, i sapori, i colori che ho potuto assaporare e vedere. Forse in quel furgone ci metterò pure una parte del mio cuore…dato che una parte sicuramente resterà qui in questa terra.
Accenderò il motore, metterò la prima e ripartirò...per l’ennesima volta. Chilometri che mi separeranno di nuovo da un altro posto nel quale avrei potuto finalmente mettere radici...
Niente radici...
Il vento che soffia forte e che ti fa capire che si fa fatica a reggersi in piedi senza di loro. Chissà se riuscirò mai a farle spuntare...
Si, magari un giorno...
Mi dicono sempre che è solo questione di volontà.
Si...forse.

Grazie Puglia...semplicemente terra splendida!

30 dicembre, 2006

Quanto è profondo il mare...

Mai come oggi ho fatto fatica a scegliere delle note che avessero la capacità di accompagnare il mio stato d’animo. Quella serie di do, re, mi, fa, so, la, si che compongono i quadri musicali che utilizzo per dare una dimensione anche sonora a quello che sento.
Come canta Federico Zampaglione non so che giorno è. E forse non è nemmeno interessante, dato che da un po’ di tempo tutti i giorni mi sembrano uguali. Il sabato è come il martedì e il mercoledì non si differenzia dalla domenica. Unidimensionale. Non riesco a percepire il passaggio dal giorno attraverso il tramonto alla notte e nemmeno quello dalla notte al giorno attraverso il crepuscolo. Si è appiattito tutto. E come se mi stessi muovendo in un ambiente bidimensionale. Vedo solo l’altezza e la lunghezza.
Non riesco a dare profondità alle cose. Non riesco più a dare profondità a me stesso. Della dimensione temporale non parlo, dato che potrei avere 12 anni come 94 e non me ne renderei nemmeno conto.

Spazi, dimensioni ed estensioni di un esistenza che per me ancora è un mistero.

Quando penso di essere venuto a capo anche di una sola componente che determina gli equilibri che mi governano mi trovo subito smentito e rimesso in discussione. Mi trovo in bilico.
Sarà quello che saggiamente i sociologi chiamano il male di vivere? La piaga del 21. secolo? Sarà la depressione? Parola che evoca solo a pronunciarla visioni di psicofarmaci, psicodrammi, suicidi e quant’altro...
E se invece trovarsi in bilico, trovarsi davanti a quel maledetto burrone fosse solo un modo per prendere coscienza di me? Cosa c’è di male nel sentirsi solo? Nel sentirsi mai realizzato? Di non trovare mai il bandolo della matassa?
Perché deve essere necessariamente connotato tutto ad una dimensione negativa? E’ davvero così improbabile che invece si tratti di uno
stato naturale
delle cose?
Per migliaia di anni la specie umana è stata costretta sua malgrado a preoccuparsi esclusivamente della propria esistenza. E’ innegabile che il progresso ( puramente tecnologico-scientifico) ci abbia ora portato in un tempo estremamente breve a poter abbandonare quel genere di preoccupazione e concentrarci pure su altri contenuti che fanno parte dell’esistenza umana. Per migliaia di anni il nostro printing genetico ci ha imposto di curare l’aspetto legato quasi esclusivamente alla sopravvivenza della nostra specie.
Oggi ci troviamo in periodo di transizione molto complesso. E quello che descrivo qui è solo uno dei molteplici punti ai quali bisognerà prestare grande attenzione. Mi sembra come se fossimo “programmati” per svolgere dei compiti sociali utili a produrre quel benessere che porta avanti la specie e non l’individuo.
Il “cogito ergo sum” (io penso, di conseguenza esisto. R. Descartes) dà inizio alla valorizzazione dell’individuo. La specie è composta da singoli elementi, ciascuno con una propria storia.

Io sono un individio.
C’è un punto di partenza e un punto di arrivo. Le uniche certezze della mia storia. E alcuni dei capitoli della mia storia raccontanto dei miei malesseri, delle mie solitudini. Sono capitoli che in ogni libro devono trovare il loro spazio. Sono naturali e non vedo perché dovrei nasconderli, soprattutto quando della mia storia ne sono sia l’autore che il soggetto e pure il lettore. Voglio poter stare male senza dover vergognarmene, senza dovermi sentire in colpa. Io non ci credo alla balla che nella vita esiste solo il sorriso, solo il benessere, solo la felicitá. Nessuno che non conosca il dolore può conoscere la gioia. Chi non ha mai visto la notte non potrà mai prendere coscienza del giorno.

Mentre scrivo è arrivato pure Lucio Dalla a cantarmi “Quanto è profondo il mare”. Un po’ come le nostre anime. Un mare immenso, del quale la maggioranza delle persone osserva sempre e solo la superficie. Un po’ per pigrizia, un po’ per paura. Alla fine nessuno sà mai con certezza quanto è profondo e cosa si può incontrare quando ci si immerge.

Buon tuffo, buon 2007!

27 dicembre, 2006

Pollice verde

Ogni tanto mi sento come un fiore sai? Come una pianta...
E come se fossi stato per lungo tempo immerso nella terra buia e fredda. Un seme, che aspettava solamente di incontrare i raggi del sole, di sentire del calore. Per poter germogliare, per cominciare a crescere.
All’inizio era pure così, te lo ricordi? Mi innaffiavi. Mi riempivi di mille attenzioni quotidiane, mi curavi e mi proteggevi dalle insicurezze iniziali. Mi toglievi dubbi. Lo facevi piano, dolcemente. Mi accarezzavi e mi facevi sentire importante.
Io ho cominicato a crescere, a mettere radici e lasciare che le mie foglie si ponessero nella direzione dalla quale emanavi i raggi che mi scaldavano, che mi davano la vita. Le radici mi sarebbero servite per tenermi stabile, per quando fuori ci sarebbe stato il vento e la pioggia, che mi avrebbero scosso in quei periodi nei quali non saresti stata vicino a me.
Poi, lentamente le tue attenzioni sono diminuite. Non mi curavi più come prima, pur sapendo che in quel terreno nel quale mi avevi piantato la vita per me sarebbe stata tutt’altro che facile. Ti imploravo di starmi vicino e più lo facevo e più ti allontanavi. Ho provato a lasciarti andare, a resistere solo. Per vedere se avresti apprezzato la libertà che il mio viscerale sentimento ti stava garantendo. Invece ti sei allontanata definitivamente. Troppo impegnata con te stessa, nella ricerca di te stessa, troppo impegnata per ricordarti tutte le promesse fatte, troppo impegnata a convincerti che non eri in grado di gestire i rapporti con una pianta così difficile invece che impegnarti ed imparare a gestirli quei rapporti.
Si, forse il mio orgoglio di pianta ferita mi ha portato poi a farti vedere le mie parti meno belle. Ti ho mostrato le spine e ti sei punta. Ti nascondevo i miei fiori, i miei profumi.
Mi risuonavano nella testa tutte le cose che ci eravamo detti. Tutte le attenzioni con le quali mi avevi fatto sbocciare la prima volta per poi lasciarmi in quella terra fredda, da solo, al buio.
Ora stò appassendo, me ne sto rendendo conto sai? La vita sta abbandonando le mie foglie, lo stelo, le radici. La linfa non scorre più. I sogni che avevi fatto nascere nella mia anima si spegneranno per sempre dentro alle mie foglie che seccheranno e voleranno via.
Il dolore che provo è grande e credo tu possa immaginarlo. Volentieri avrei messo a disposizione tua anche i miei lati più belli. Te li avrei regalati perché ti spettavano. Te li avrei donati perché anche il fiore più bello da solo non vale nulla. Ed eri tu a farmi bello. Senza la tua presenza a recepirmi la mia permanenza in questa forma NON ha più senso. E me ne dispiaccio, dato che dentro di me la certezza è forte di essere eterno nei miei gesti e nei miei sentimenti.
I miei fiori sono riusciti a produrre dei semi, che nel momento di massimo splendore il vento ha sollevato e trasportato via lontano. Ora sono da qualche parte che riposano nel terreno. Desiderosi di venire nuovamente portati in vita e fatti germogliare da nuove mani. Mani esperte, che sanno come gestire certe piante e che se ne vogliono assumere la responsabilità. Che non hanno paura di fare fatica, di sfiancarsi per arrivare fino in fondo.
Per dare buoni frutti una pianta deve venire seguita fin dalla nascita. Bisogna crearle degli spazi attorno, nei quali si senta protetta. Bisogna darle il tempo di rafforzarsi, per resistere agli urti che dovrà sopportare. Bisogna potarla, darle forma.
Bisogna amarla, sempre. Fino in fondo.

16 dicembre, 2006

Ricapitolando...


noa Hat gesagt…
ta

Friday, November 03, 2006 12:30:47 AM

noa Hat gesagt…
non ce l'ho fatta a scriverti ieri sera perchè i pensieri erano troppi e troppo veloci... mi sento esausta oggi, ho dormito ma è come se non l'avessi fatto...credo di aver capito di essere inutile per te al momento, solo fonte di cattive energie che ti devastano e mi sento malissimo...

Wednesday, November 08, 2006 10:23:15 AM

rainbow72 Hat gesagt…
Ehilà..... c'è nessùnooooo!!!Dove ti si finio ciò???? te si ancora sull'isola?!Allora??hai finito di infrangere cuori???!!!:0) dai che scherzo.. Quand'è che te torni su da ste bande?? Mi mancano un pò le ns. ciaccole da blog.. Vabbè, qui tutto bene, finalmente è finita la prigionia, sono rientrata in possesso dei mie spazi, e che spazi.. Sono entrata in casa finalmenteeeee, e sono troppo feilice.. Spero che quando farai un salto su tra i monti, ti degnerai di una visita... Adesso te saludi e te mando un bacione.. ciaoooooooooooooooo

Monday, November 20, 2006 3:21:26 PM


Zello Hat gesagt…
Ma secondo te io infrango cuori? Beh, almeno in questi ultimi mesi non mi sembra prorio, anzi... Sono contento che sei entrata in casuccia, davvero! Immagino sia proprio una bella sensazione! Chissa che non ci arrivi anch'io un giorno.. hehe! Speriamo va...Verso 15-20 dicembre dovrei tornare tra le montagne. Non mancherò...stai tranquilla!Un bacio Bogen, take care! ;)

Thursday, November 23, 2006 5:45:45 PM

rainbow72 Hat gesagt…
mah non so, mi pareva.....:0)si, si, sono felicissima, mai stata così bene è una sensazione troppo bella, spero, anzi ti auguro di tutto cuore che un giorno anche tu possa provarla..Ieri ho avuto una visita inaspettata, è venuta a trovarmi la Mo', e mi ha fatto veramente piacere, anche perchè come ben sai c'era stata una rottura tra noi..Vabbè adesso abbiamo parlato un pò e poi tempo al tempo.. Allora quando vieni su mi raccomando fatti sentire, magari ci facciamo una serata, io te e la Mo'.. Ok?! baci-baci

Friday, November 24, 2006 4:06:44 PM

Anonym hat gesagt…
Che tu infranga cuori credo proprio sia un utopia o l'elucubrazione mentale di quacuni instabile mentalmente! Hai finito di essere pessimista e vedere tutto nero? Spero che il tuo ritorno a casa ti faccia tornare in te e ti aiuti a trovare l'equilibrio che ti serve per prendere decisioni importanti per il tuo futuro! Spero un giorno di vderti un po piu tranquillo e meno riflessivo, ogni tanto buttati e non stare sempre li a pensare cosa sia meglio fare. Bacio

Tuesday, December 12, 2006 12:32:42 PM

rainbow72 Hat gesagt…
"l'elucubrazione mentale di un instabile mentalmente...." mio caro anonimo non avrei trovato parole migliori per definirmi...:0) e comunque concordo con te x tutto quello che hai scritto..Ciao Zel, allora che si dice? sei tornato dall'isola? come stai? sempre così nero e pessimista come ti descrivono? spero tanto di no.. beh, quando e se hai voglia passa da via Roma, qui c'è sempre un caffè e un pò di affetto che ti aspettano...un beijo

Tuesday, December 12, 2006 6:37:36 PM


Zello Hat gesagt…
"Spero un giorno di vederti un po piu tranquillo e meno riflessivo, ogni tanto buttati e non stare sempre li a pensare cosa sia meglio fare..."Spesso lo vorrei anch'io, lo dico davvero. Però mi rendo che devo fare i conti pure con la mia natura, che comunque è quella di essere riflessivo e di pensarci magari troppo prima di buttarmi...Osservandomi da fuori non posso fare altro che concordare con quello che oramai pure gli "anonimi" mi dicono...Ma il problema non è tanto quando sono riflessivo e non mi butto, perchè rimane sintomo di incertezza, forse pure di malessere...Il problema vero, e questo magari chi mi sta vicino o mi conosce un pò lo sa bene inizia proprio nel momento in cui prendo il volo... :)))
Ciao Bogen. Domani (giovedì) parto da qui, vado un giorno in Sardegna per vedere e valutare l'offerta di un altra azienda e da venerdì sera poi sarò nuovamente tra le alpi. Conto di mettere un pò di benzina nell'anima, dato che di energia qui per non soccombere (a me stesso) ne ho utilizzata pure troppa. Evviva il ritorno a casa. Mi sia consentito...almeno una volta!Ci vediamo per il caffè, via Roma è per strada!;)

Wednesday, December 13, 2006 11:58:57 AM

rainbow72 Hat gesagt…
Tu sei così e penso che non cambierai mai, fa parte del tuo modo di essere, quante volte ti ho detto di pensare di meno e di agire di +? Ma non si può andare contro a se stessi, anch'io per tanti versi sono come te, tendiamo ad essere troppo riflessivi, ma cosa c'è di sbagliato in questo? Si, la gente tende magari a considerarti un pessimista, uno che vede sempre tutto nero, ma non è sempre così, ci sono periodi e periodi nella vita... qualcuno una volta disse:"non può piovere per sempre.." e la stessa cosa è la vita, non è sempre tutto buio, a volte splende anche il sole...basta avere pazienza...Ah, così te ne vai nella mia terra d'origine?non ti metterai mica a fare il cannonao?beh, se ti posso dire la mia, credo che se ti dovesse andare in porto il lavoro in Sardegna, li ti troverai sicuramente meglio che in Sicilia, mentalità molto + aperta, e donne bellissime, garantito!!!!:0)E poi vedrai che il rientro a casa sarà salutare per te, a volte è bello tornare a casa...E mi raccomando, appena rientri in continente fatti sentire. Ok?Ps: quest'anno mi sa che è meglio che continuiamo a non parlare di calcio, eh...????!!!!:0(

Wednesday, December 13, 2006 6:25:26 PM

Anonym hat gesagt…
Cara rinbow 72 mi sa che hai preso un abbaglio, dire che la sardegna e piu aperta della sicilia e come dire che il sole sorge ad ovest! Noi siciliane siamo molto piu affascinati, il problema e che il nostro caro Zello non e stato capace di accalappiarsi nessuno perche ha trascorso il suo tempo a rimpiangere quello che non aveva piuttosto che cercare di trovare nuovi stimoli! Nella vita non si puo sempre dannarsi per quel che non si ha, bisogna anche cercare di ottenere cio che si vuole, questi pensieri da filosofi d'avanguardia non servono a nessuno tranne a chi e incapace di prendersi le proprio responsabilita e spera che riempendosi la testa di aforismi tutto vada per il meglio. Nella vita bisogna sapere reagire e piangersi addosso non serve a nessuno

Thursday, December 14, 2006 3:49:03 PM

Anonym hat gesagt…
Caro Zello gli anonimi possono dire certe cose perche ti conoscono meglio di quanto tu creda, nella paura di non lasciare segni tangibili del tuo passaggio in sicilia hai perso l'opportunita di vivere davvero questa meravigliosa isola, hai perso l'occasione di ammirare le bellezze che l'isola offre, ma eri troppo preso a dare la colpa agli altri della tua incapacita di affrontare le cose. Spero davvero che la Sardegna ti offra di piu anche se so che sara difficile perche sei la tipica persona che preferisce mettere la testa sotto la sabbia piuttosto che apprezzare cio che la vita dona ogni giorno, ti piace lamentarti e criticare tutto e tutti ma questa e sempre la strada sbagliata perche a forza di sorbirsi le tue critiche la gente si stanca di te e decid che e meglio starti lontana. Ricorda che nella vita i rapporti umani sono fondamentali e non solo per trascorrere una serata in compagnia ma per scambiarsi vicendevolmente le proprie emozioni al fine di arricchirsi l'un l'altro. Scusa se ho esagerato

Thursday, December 14, 2006 3:57:22 PM

ortica hat gesagt…
accidenti, ma che casini combini Peter? mi stai diventando una vecchia zitella acida? o forse giù non sono abituati al freddo, ai malesseri e alle pare mentali tipiche di noi nel nord...?questo + che un blog sta diventando un club delle donne che hanno cercato di accalappiarti...che sia ora di rinfrescare l'ambiente anche qui?

Thursday, December 14, 2006 8:59:37 PM

Anonym hat gesagt…
Ciao ortica puoi rinfrescare cio che vuoi ma mi spiace tu sia cosi prevenuto, chi ti ha detto che sono una donzella abbandonata e delusa? Sono solo una persona che e molto dispiaciuta della crisi di Zello e per tua informazione giu, come dici tu,siamo abituati ad affrontare i problemi e non ci demoralizziamo tanto facilmente. Prima di emettere sentenze perche non provi a andare in Sicilia? Oh scusa voi perdete tempo con paranoie inutili. Bacioni!!!!!

Thursday, December 14, 2006 9:27:38 PM

ortica hat gesagt…
mi sembri un pò troppo coinvolto/a per essere semplicemente "una persona molto dispiaciuta della crisi di Zello"...l'ho buttata sul ridere perchè, per quanto un blog possa essere preso seriamente, non mi sembra il luogo adatto per discussioni così personali riguardo al malessere di Zello...comunque non era mia intenzione offendere la Sicilia, nè emettere sentenze, ma solo sdrammatizzare sulle diverse realtà...non è che io ami le pare mentali...ero ironica!

Friday, December 15, 2006 2:28:11 PM

rainbow72 Hat gesagt…
Perdonami Zel, ma a questo punto arrivo pure io, mi son sentita tirare in ballo e non posso fare a meno di rispondere.Cara anonima,(uso il femminile perchè da come scrivi lo lasci intendere)mi dispiace, forse non mi sono espressa nella maniera + corretta l'altro giorno;la mia non voleva essere nè un'offesa, nè una denigrazione alla Sicilia ed ai suoi abitanti, nè tanto meno alle donne..Per carità, lunge da me fare certe osservazioni, era solo una semplice battuta per sdrammatizzare, e poi conoscendo Patrick (abbastanza bene) ero e sono convinta che la Sicilia non sia luogo adatto a lui per una serie di motivi che non ti sto ad elencare. Non credo che i siciliani siano da meno di noi, anzi, ma ciò non toglie che noi del nord siamo diversi e le mentalità sono diverse..Dici di conoscere Patrick meglio di quanto lui creda,beh, scusami ma da quello che scrivi ho la vaga impressione che tu abbia capito gran poco di lui, ma comunque preferisco evitare di fare commenti perchè la cosa non mi riguarda, ma una cosa ci tengo a dirtela: dici che Patrick ha perso troppo tempo a giudicare ed a criticare le persone impedendogli di conoscerlo, ed allo stesso tempo allontanandole da lui,e tu scusa, cosa stai facendo?Non stai facendo lo stesso? Non lo stai giudicando? Ed a qs proposito mi viene in mente un proverbio che dice:"il bue che da del cornuto all'asino.."Ognuno di noi è fatto a modo suo e solo i veri amici sanno accettarti per quello che sei con tutti i tuoi pregi e difetti, e ti posso garantire che Patrick di amici ne ha tanti e non è vero che la gente scappa da lui, anzi...Perdonami ma anch'io ho la vaga impressione che tu sia troppo coinvolta per essere obiettiva, le tue sembrano le parole di una persona ferita..

Friday, December 15, 2006 4:00:14 PM


Zello Hat gesagt…
Non credo ci sia molto da aggiungere dato che mi sembra che si sia già detto tutto, no? O forse invece qualcosa da precisare invece ci sarebbe? Lo dico in maniera molto sincera…onestamente faccio un po’ di fatica a riconoscermi nella descrizione così netta e definita di chi ancora si ostina a non firmarsi.
Non credo:
- che ci siano “ricette standard” per vivere a pieno non solo quella/questa bensì qualsiasi isola (o luogo). Mi piace l’idea di essere libero di viverla come la mia condizione emotiva me lo permette. E’ una libertà alla quale non vorrei rinunciare mai. Non stà scritto da nessuna parte (e anche se lo fosse me ne infischierei) che bisogna vivere solo e sempre con il sorriso. Io vivo i miei luoghi anche quando non ci stò bene. Di questo nessuno si preoccupi, anche e soprattutto quando comunico che la sto vivendo non al meglio. L’importante per me è CHE la stia vivendo, meno COME la stia vivendo.
- di avere dato delle colpe a nessuno in particolare. E se ho preso come spunto la scarsa disponibilità a socializzare dell’ambiente che mi circondava non ho mai dimenticato di metterla almeno sullo stesso piano della MIA incapacità di relazionarmi all’ambiente in quel preciso spazio temporale. Una situazione di “causa – effetto” della quale origine non saprei dire se sia stato l’ambiente o io stesso.
- di essere “la tipica persona che preferisce mettere la testa sotto la sabbia piuttosto che apprezzare cio che la vita dona ogni giorno”, ma di questo faccio fatica a fornirne le prove (e comunque non mi sento in dovere di fornirle a nessuno, senza che nessuno se ne abbia a male). Invece credo fortemente di stare con la faccia al vento. Di prendermi sulle spalle la mia vita invece di schivarla. O almeno quello è l’obbiettivo che ogni mattina quando mi sveglio cerco di perseguire con tutte le mie forze. Ma purtroppo sappiamo tutti bene quanto certe cose vengano meglio a parole che con i fatti. E se non ci credete provate a guardarvi nello specchio e chiedervi un po’ chi siete e dove vi trovate e soprattuto dove volete andare.
- che la gente debba starmi vicina per forza. Non credo sia utile sforzarsi per tenersi vicino persone che si stancano di me. Già (probabilmente) non ritengo necessario circondarmi di persone che mi prendono esattamente così come sono (e due firme qui dentro lo sanno bene ed è un comportamento sicuramente opinabile, ma i fatti mi portano a pensarlo purtroppo), figuriamoci chi vicino a me non vuole starci perché in disaccordo o semplicemente perché non trova la sintonia con la mia anima. Fortunatamente non sono in grado di costringere nessuno a starmi seduto vicino se non lo vuole.
- sia un male che la gente si stanchi di me e decida che sia meglio starmi lontana. Credo invece che questà sia un possibiltà non eccessivamente remota per tutti i rapporti interpersonali che mantengo. Questa è solamente una, ma forse quella più importante delle regole che governano i rapporti tra le persone. Non parto mai dal presupposto che un rapporto duri senza magari variarne mai la forma tutta l’esistenza. Se dovesse capitare sará tutto di guadagnato e ne sarò felice.
- che io debba per forza “accalappiarmi” qualcuno. Non credo di essere una persona che evita la solitudine (essendo pienamente consapevole del peso che essa può raggiungere) e che necessiti di contornarsi di qualcuno esclusivamente per un fine. Credo invece che quando ho potuto scegliere (cioè in quello che comunemente chiamiamo “tempo libero”) attorno a me ci siano state e tuttora ci siano quelle persone alle quale mi sento/sentivo legato ed alle quali sentivo il bisogno di rapportarmi. Ma un bisogno di rapportarsi non ha un fine, è fine a se stesso. E’ crescita.
Convengo invece:
- che sia vero il fatto che non ho cercato nuovi stimoli e di questo non me ne vergogno, dato che avevo realizzato praticamente quasi subito che professionalmente non averi avuto crescità e purtroppo l`ho concatenato al ambiente che circondava il posto di lavoro. Me ne scuso con chi in questo senso magari si è potuto sentire offeso. Anche se mi andrebbe di ricordare un post di un po’ di tempo fa..."zello-bog.blogspot.com/2006/05/atterrato.html" Almeno la prima parte mi sembra indicativa su quali fossero le mie impressioni, ma pure le mie motivazioni seppur all’inizio...
- che nella vita non si puo sempre dannarsi per quel che non si ha, bisogna anche cercare di ottenere cio che si vuole.
___________________________________
Credo fortemente che NESSUNO mi possa conoscere così bene come esso stesso crede per un motivo molto semplice.
IO stesso non mi conosco a pieno e ogni giorno scopro dei lati della mia persona (belli, ma magari anche meno belli) che non avevo mai scorto fino a quel momento. E la mia ricerca di comprensione è continuativa e credo non si possa (fortunatamente) concludere mai.
Questa è l’unica certezza che posso trasmettere a chi nel bene, ma soprattutto nel male decide di starmi vicino. A tutti quelle belle persone che lo fanno in silenzio (come mia madre), a quelli che lo fanno in maniera dolce, ma anche a tutte quelle (magari anonime) che credono di conoscermi meglio di quando io stesso possa credere di conoscermi e che cercano di scuotermi da un “torpore emotivo apparente” utilizzando le più svariate forme. I commenti sopra ne sono il più fulgido esempio.
Grazie mile a tutti!

December 16, 2006 6:30 AM

31 ottobre, 2006

Frantumi

Ci sono cose che prendono forma...
mentre altre l'abbandonano.
.
Così come i sogni...
di tanto in tanto prendono forma e diventano realtà
...
altre volte rimangono sogni.
.
.
Tp

Recidere

Luglio 2006...postdatato.


Pesante. Un peso indefinito. Ma senza massa. Non è quantificabile con nessuna bilancia, con nessuno strumento. È il peso che offusca la vista, smorza il respiro. Sembra che il cuore non batta più. Tutto ovattato e debole. Le percezioni sono ridotte al minimo e tutto diventa insipido. Soprattutto le cose che per te erano importanti, erano tutto. È il peso che non si scorge ma che opprime l’anima. Non voglio perdere la gioia, il sorriso, la voglia di stare con la faccia la vento. Non voglio che la mia vita mi scorra accanto senza che me la sento addosso. Non ho bisogno di essere spettatore, dato che ho scelto di esserne il protagonista. È ora di scegliere, di recidere quei cordoni ombelicali che invece di nutrirmi, mi sfiancano, mi disidratano e mi prosciugano l’anima. Mia madre in grembo mi proteggeva, mi preparava ad affacciarmi alla vita. Io la vita a chi non ha ancora scelto di viverla veramente non la posso donare. Non è il mio compito. E nemmeno tenerla in vita artificialmente. La paura rende impossibile l’amore. Per se stessi e di riflesso per gli altri. Si può vivere nelle proprie paure, ma non è vivere. Lo definirei un sopravvivere.


Fear can stop your loving, love can stop your fear...(Morcheeba)
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"Yoga significa recidere la connessione con ciò che causa la sofferenza.
Lo Yoga deve essere praticato con risolutezza e con un cuore imperturbabile."
(Bhagavad Gita - VI.23)
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Forse però io un cuore imperturbabile manco ce l'ho...

23 ottobre, 2006

Comuncazioni interrotte...

Milioni di giorni...
Perchè mio figlio dovrà sapere, perché mio figlio dovrà sperare...
Due frasi del ritornello della canzone di Nicolò Fabi che ho appena terminato di ascoltare. Non ho dubbi sul fatto che gli sia riuscito un pezzo davvero importante e bello.

Oggi è sabato, e nonstante ciò che si dica qui in Sicilia ormai da un po’ il tempo non è quello che ci si potrebbe aspettare. È grigio...e anche se non piove in questo momento è come se lo stesse facendo.
Grigio.
Lo stesso colore che al momento contaddistingue le mie giornate...grigie. Ma il grigio è poi un colore o è più una condizione?
Certo non è facile ammettere a se stessi che si stà attraversando un periodo dove bisogna stringere forte i denti per arrivare a sera. Dove spesso l’unico calore che davvero riesci ad entrarti dentro sono dei timidi raggi di sole che bucano la coltre di nuvole appese lì come se dovessero venire giù da un momento all’altro.
Sì, non è facile mettersi davanti allo specchio a guardarsi, riconoscersi mentre delle lacrime scendono verso il basso e ti inumidiscono le guancie...
Ma i bisogni aiutano?
E’ davvero necessario essere in più di uno per portare avanti, ma anche a termine la propria vita? E’ una regola doversi assumere la responsabilità della vita di qualcuno oppure di mettere la propria nelle mani di qualcun altro?
Sono questi i bisogni che mi stanno frantumando e che rendono le mie giornate una poltiglia di impressioni difficili da distinguere l’una dall’altra e che danno un senso di ovattato al tutto. Come il grigio appunto. Una condizione e non un colore.
Non sento i sapori e le emozioni si appiattiscono.

A: Ciao Patrick, come stai?
P: Ciao...stò così così.
A: Cosa c’è che non va?
P: Sai, spesso mi sento solo quaggiù. E mi rendo conto che invece vorrei donare le cose che sento a qualcuno. Vorrei condividerle. Rendere partecipe qualcuno del fatto che esisto, trasmettere ciò che sento.
A: Per fare questo ti serve una persona accanto?
P: No, non è indispensabile. Ne sono pienamente consapevole. Ma è dal giorno in cui sono nato che sento parlare di amore, famiglia, figli. E’ tutto molto legato all’ambiente e alla cultura nella quale sono cresciuto a rendere questo tipo di desiderio così vivo. E poi se non mi sbaglio anche tu sei stato con la mamma ed io e mia sorella siamo il frutto di quello che avete seminato.
A: Certo. Ma vedi, quando al tuo fianco non si trova nessuno, non è un caso. Certe situazioni nella vita non capitano mai tanto per capitare. Devi saper pazientare, devi saper cogliere il momento. La vita ti offre delle occasioni. E se si è accecati dalla fretta spesso non si riescono a scorgere e si rischia di perderle senza possibilità di riaverle.
P: E’ me lo dici tu, che a 46 anni hai lasciato questo mondo? Ma io che certezza ho che domani io ci sia ancora a raccogliere le occasioni che vorrei mi portassero a completare la mia vita?
A: Non ne hai certezze. Le certezze legate al domani, al futuro sono indispensabili per dare una direzione, ma restano pur sempre una proiezione, non dimenticarlo. Anzi, direi addirittura una aspettativa…e in certi casi pure una scusante.
P: Si, le scusanti. Tutti i “farò domani”, tutti i “vorrei”. Alla fine quello che ti porta ad andare avanti non sono le intenzioni, bensì i fatti. Il presente…
A: Le intenzioni sono importanti invece, ma sono da mettere in pratica adesso, non domani. Questo è il punto che ti porterà a non preoccuparti del fatto di non riuscire ad arrivare a domani impaurito dal non aver ancora raggiunto tutto ciò che ti aspetti da te stesso e dalla vita.
P: Ma non è cosa facile. Tutto l’ambiente intorno ti carica continuamente di aspettative, spesso pure la propria famiglia…
A: Infatti nessuno vi ha mai detto che fosse cosa facile. E’ poi nessuno su quel mondo possiede bacchette magiche e periodi di “nebbia” li attraversano tutti...
P: Eh si, forse sarebbe troppo facile con la bacchetta magica. Ma dimmi di te piuttosto, come stai lassù?
A: ...
P: Pronto?
A: ...
P: Ehi pronto, ci sei?
A: ..

E’ caduta la linea... merda... era tanto che non parlavo con mio padre.

13 ottobre, 2006

E se...

avessi perso la parola? La capacità di esprimermi?
Non sono in grado di formulare in questo periodo, o forse non sono in grado di formulare su questa piattaforma. L'esprimere le proprie emozioni lo si può fare su vari fronti e mi rendo conto di non riuscire a farlo qui.
Che strano però...
Vabbò, torneranno nuovamente i tempi buoni...

09 settembre, 2006

Unità di misura

Ore, minuti, secondi... metri, centimetri, millimetri... litri, atmosfere, bytes, volt, watt...
Unità di misura.
Tutte le convenzioni che siamo riusciti a descrivere in questi pochi millenni e che ci hanno facilitato la comunicazione, la crescita e lo sviluppo. Sia da un punto di vista tecnico - scientifico, ma anche da quello umano, sociale.
Ma in tutto questo periodo non siamo mai riusciti a creare un modello che sia in grado di misurare lo spettro delle emozioni, dolorose o piacevoli che essi siano. Misuriamo onde, pulsazioni, sollecitiamo certe regioni celebrali piuttosto che altre, ma (per ora) siamo ancora molto lontani da comprendere descrivendola con un equazione, la sensazione che ci provoca interiormente una situazione piuttosto che un'altra.
La fitta che ti percuote e ti stordisce quando ti comunicano che la vita di una persona a te cara e che fino ad un ora prima era parte integrante del tuo ambiente è cessata e ti rendi conto che niente e nessuno potrà mai portare indietro l’orologio e ripresentarti le situazioni passate.
La gioia che ti attraversa quando osservi un bambino che gioca e guarda il mondo con la spensieratezza di chi ancora non conosce meschinità, bugie e soprusi.
Il senso di abbandono che provi quanto saluti da una banchina di una stazione grigia e polverosa la persona amata che sia allontana su un treno che non tornerà mai più, dato che le circostanze hanno deciso diversamente.
Il delirio costante vissuto durante l’innamoramento, fatto di suoni onomatopeici, bacini rubati in qualsiasi posto e momento e di tutti quei minuti spesi ad aspettare tremante di rivedersi per fare l’amore.

Un unità di misura della vita?

Molto probabilmente la vita stessa...che forse una sua misura non la ammette nemmeno, che si muove al di fuori delle regole definite e che non ha ne ingressi, ne vie di uscita.

19 agosto, 2006

una questione di tempo...

Sfiancato...
Da me stesso principalmente, è chiaro...sfiancato perchè non riesco a reagire e a sollevarmi da una condizione che non mi si aggrada e non ritengo essere adatta a me. Se fino ad alcuni anni fa utilizzavo la classica tattica del “dietro front” all’insorgere di una difficoltà o quando una cosa mi risultava indigesta. Ora invece sono diventato molto più paziente, più ponderato nelle mie scelte e nel modo con il quale successivamente le affronto...
Però qui mi rendo conto di fare fatica davvero...che sia stato un errore di valutazione all’inizio, un discorso di ambiente...che sia legato alla mia condizione psicologica o alle persone che mi affiancano...non saprei dirlo con esattezza...credo più alla “solita” concatenazione di cause.
Il problema è che sto cominciando a dare i primi segni di insofferenza. E questo può diventare assai poco gradevole per chi mi circonda, dato che tendo a diventare molto puntiglioso su tutto e a pungolare le persone sui loro difetti riflettendoglieli in maniera poco garbata...
Divento uno di quei classici rompipalle insoddisfatti che io stesso odio.
L’unica cosa buona è che me ne rendo conto e cerco di controllarlo il più possibile. Ma la rotta ormai l’ho presa e non credo ci siano “perturbazioni” in grado di farmela cambiare.
Io ci ho provato, magari non ho dato il 150%, però ci ho provato...
Direi che ora si tratta solo di una questione di tempo...

11 agosto, 2006

Immagini a colori o in bianco e nero?

Il bianco
...e nero
.
.
.
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oppure
.
.
.
.
il colore?
l'importante credo sia non averne mai abbastanza
di immagini...

23 giugno, 2006

Cinescopio


Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile




.

nel frattempo...










Burn one down (Lp: Fight for your mind), Ben Harper

07 giugno, 2006

sette giugno millenovecentonovantatre

Si...e ovvio.

Ci sono quei giorni nei quali ti svegli e senti il bisogno di raccontarti un po’. Di come ti senti, di come ti stanno andando le cose, di dove ti stanno portando i tuoi piedi (foto 1)

...a che punto si trovano i tuoi sogni.

Bene, dopo un mese buono che mi sono trasferito in Sicilia potrei introdurre il tutto dicendo che per la prima volta mi sento “invecchiare”. No, non mi sono spuntati ne capelli grigi e ne sono diventati di meno, i rotoli sulla pancia pure sono rimasti quelli che erano e non sono nemmeno le rughe (che rughe poi...) a farmi ruotare attorno a questo pensiero. Sostanzialmente sono le vite delle persone che mi circondano a farmici arrivare.

Oramai matrimoni o convivenze, figli (più o meno) voluti, famiglie modello o presunte tali iniziano a sommarsi. Si stanno sommando in maniera tale da farli diventare una “prova”. Una prova del fatto che il tempo passa, molto velocemente a pensarci bene. Fortunatamente faccio parte di quella schiera di persone che il tempo se lo prende pure per fermarsi e ragionare un attimo su come sta passando. Non che tutto ciò mi salvi dall’avanzare della lancetta. Anzi, a dire la verità non mi disturba affatto che avanzi. È solamente che di tanto in tanto mi piace cercare di capire a che punto mi trovo da un punto di vista temporale. Prendere le esperienze, la realtà che mi circonda e che mi determina ed inserirle in sistema di coordinate temporali, dove arbitrariamente decidiamo un inizio e una presumibile fine. In mezzo ci sta una serie infinita di punti che rappresentati in linea retta formano quello che noi chiamiamo vita.

Il vedere che tanti miei amici, tanti conoscenti hanno preso una direzione (foto 2)

ormai definita, nel senso che hanno scelto di mettere su famiglia (indipendentemente da che i legami durino 3 mesi o 75 anni...per me conta solo il fatto di provarci). Allora io mi chiedo quali sono le ragioni che mi portano a 32 anni ad essere un po’ invidioso di loro (naturalmente si tratta di un invidia sana, rispettosa della felicità delle persone che vivono la loro gioia dinanzi a me e che mi permettono di esserne partecipe)...

Io credo molto nella condivisione delle esperienze. Da quelle solamente all’apparenza banali come lo possono essere un bagno fatto assieme o alla colazione passando per un viaggio o una vacanza ad arrivare a quelle importanti come la nascita di un figlio...

Probabilmente il mio guardare verso l’esterno è molto legato proprio alla mia cronica incapacità di creare un rapporto...magari pure di lasciarmi andare quando qualcuno che mi vuole bene avrebbe la capacità di prendermi al volo quando sono in caduta libera.

Ma l’amore non è mica il bunjee-jumping...lì c’è l’elastico. In amore non c’è la via di mezzo...o il paradiso o il baratro. Vista così la mia paura risulta un po’ più umana, no? Forse no...

Ma si dai...non è pensandoci che le cose si evolvono. Si cresce e si matura vivendo e solo in piccola parte fermandosi a ragionare sui tanti perché.

Bella giornata oggi, almeno qui...c’è il sole e fuori si stà bene. Il tempo ha una dimensione strana oggi...sembra dilatato e le sensazioni sono come ovattate...

Oggi è una giornata un po’ particolare per me...magari la più normale per tanti altri. Il sette giugno di ormai tredici anni fa una persona a me molto cara, mio padre, ha fatto un passo in una direzione che prima o poi tocchera pure a me.Un incidente. E una vita che termina lasciando altre vite a domandarsi come e perché...

I perché ormai li abbiamo trovati, ognuno per se naturalmente. E nessuno, anche se glieli spiegassimo per filo e per segno potrebbe mai comprenderli fino in fondo, e forse, anzi
sicuramente è meglio così...

07.06.1993

Anche questo è un modo per crescere...




Ascolto...

Spiders (Kidsmoke), Wilco (Lp: A ghost is born)

(p.s. Auguri jj)

23 maggio, 2006

Caspar David Friedrich

C. D. Friedrich, Il viaggiatore sopra il mare di nebbia, 1818

20 maggio, 2006

Un cavallo che tira da solo

In singolare contrasto col mio senso ardente di giustizia e di dovere sociale, non ho mai sentito la necessità di avvicinarmi agli uomini e alla società in generale. Sono proprio un cavallo che vuol tirare da solo; mai mi sono dato pienamente né allo stato, né alla terra natale, né agli amici e neppure ai congiunti più prossimi; anzi ho sempre avuto di fronte a questi legami la sensazione netta di essere un estraneo e ho sempre sentito il bisogno di solitudine; e questa sensazione non fa che aumentare con gli anni.
Sento fortemente, ma senza rimpianto, di toccare il limite dell’intesa e dell’armonia con il prossimo. Certo, un uomo di questo carattere perde così una parte del suo candore e della sua serenità, ma ci guadagna una larga indipendenza rispetto alle opinioni, abitudini e giudizi dei suoi simili, né sarà tentato di stabilire il suo equilibrio su basi così malferme.

Albert Einstein (Ulm, Germania 1879 – 1955), tratto da: “Come io vedo il mondo; Società e personalità”.

Ca**arola...il vecchio Albert ed io in alcune cose la vedevamo giusta...
Ok, ora mi metto a lavorare sul postulato della relatività...perbacco!

Obbligo di astrazione


Effettivamente...non credo sia un idea da scartare così a priori...
Anzi, io ritengo necessario di tanto in tanto prendere le distanze da tutto quello che mi circonda, da tutte le mie abitudini, da tutte le mie sicurezze, da tutti i miei affetti...per dirla brevemente, da me stesso.
Allora mi prendo il tempo necessario, scelgo una colonna sonora adeguata, una schermata rilassante e mi allontano...
Interpongo spazio. Tra quello che credo di essere e quello che vedendo da fuori poi mi rendo conto di essere veramente. Diffilcile? Assolutamente no…direi piuttosto che si tratta di un esperienza molto divertente per chi la sa sopportare.
Vedermi così piccolo, così insignificante rispetto all’ambiente circostante mi equilibria.
Mi fa capire che i miei problemi sostanzialmente con un po’ di buona volontà sono da risolvere tutti ( Ok, quello del mio quoziente intellettivo al di sotto della media rimane uno di quelli irrisolvibili, ma spero in un condono in una prossima vita…vedendo i governi negli ultimi 50 anni, direi che c’è speranza...mmhhh...o meglio, direi proprio che c’è certezza!).
Mi fa sorridere delle persone che mi circondano, e che l’astrazione non la praticano e che non di rado mi scaricano adosso le loro frustazioni, i loro egocentrismi sopressi e non...che cercano di limitare la mia libertà, solo perché incapaci di vivere la loro.
Beh, lo ammetto...ogni tanto mi capita di andare sotto pressione pure a me, di dover utilizzare tutte le valvole di sicurezza a mia disposizione...
Poi arriva il punto di rottura, il punto di non ritorno...nel quale bisogna assolutamente ridurre il raggio d’azione degli incapaci, degli stupidi e dei meschini.
Per chi conosce il tedesco questo detto non rappresenterà nulla di nuovo. Dice: “Der Gescheidere gibt nach.” Che in sostanza vuol dire che tra due parti in disputa, quella più intelligente molla la presa. È indubbiamente una mossa rischiosa da parte dell’intelligente. Almeno a me sembra così. La probabilità che entro breve, se gli intelligenti, quelli capaci, continueranno ad abassare la testa, a mollare la presa, saremmo comandati solamente da ignoranti (dato che ormai è appurato che il potere ed il controllo sono l’obbiettivo degli stolti) sale a dismisura.
La cosa per me sarebbe magari pure sopportabile...in qualche maniera ( non saprei bene quale, ma una la troverei di certo...)
Ma in questi giorni pensavo a quelli che verranno dopo di me, quelli che un giorno spero di avere, sempre che arrivi il momento in cui una buona anima decida di starmi vicino per davvero...
I miei figli...Ma anche i figli di tutti gli altri.
Ma come "peep" farò a spiegargli quando me lo chiederanno, dato che i bambini non hanno peli ne sulla pancia, ne sulla lingua (e se lo dice Povia...ragazzi, c’è da crederci!), perché il mondo è comandato da quelli che rubano a chi già non ha nulla, da chi non rispetta le regole che egli stesso erige, da chi pretende rispetto trattandoti invece a sua volta come uno zerbino o uno scendiletto , da chi predica l’amore per il prossimo, il distacco dal bene materiale e poi ha in testa un “camauro” rosso in pelle di “checazzonesoiomachesicuramentecostaunocchiodellatesta” e che alle dita ha degli anelli con tanto di quell’oro che vendendolo ci sfamiamo per un mese intero tutti i bambini di Lagos in Nigeria ( ma potevamo dire Mosca, Johannesburg, Rio de Janeiro, Bombay,...), da chi parla di svilupppo sostenibile del pianeta e permette che vengano imesse delle quantità di CO2 nell’atmosfera da scaldare non solo quella, ma pure quella dei 5000 pianeti vicini, che non si cura del fatto che in mare vengono scaricati rifuti nucleari in quantità dire industriali è poco, che di foreste, continuando così, tra 25 anni ci rimaranno solo le foto dei satelitti della NASA o dell’ESA ( permettete un po’ di par condicio...)
Mah, sarà pure bella la vita perché è varia, ma a quelli che predicano bene e razzolano male è ora di mettergli le mani sulle palle e fargli capire che siamo pure in grado di stringerle se è il caso...


E per il resto? Se mi guardo così davanti allo schermo, direi che le cose mi vanno bene...Certi pensieri formulati qui sopra fanno parte della parte positiva di quello che vivo. Non mi deprimono, anzi...stimolano. Si, mi stimolano ad aumentare il grado di astrazione.
Di bambole, nonostante le offerte fatte in precedenza sull’isola non ne sono arrivate...nemmeno quelle con gli occhi a mandorla...che siano in viaggio? La televisone ormai è diventata una chimera e le trasmissioni dei telefoni erotici da mezzanotte in poi sono solo dei belissimi ricordi...ma per questo il mio comandante mi ha provvisto di molta fantasia e della capacitá di decifrare delle lettere messe in sequenza, che nella lingua comune corrisponde a: leggere...ma dopo ca. 50 pagine della “Teoria della relatività”, per la quale Albert Einstein ha pure preso il Nobel per la Fisica comincio ad andare in riserva...Necessito di una libreria, ma qui non ne ho scorto nemmeno l’insegna...
E ed è stato proprio questo l’elemento che ha fatto scattare in me la decisione di...
...che decisione?
Suspance...
Rullo di tamburi...( beh, magari se qualcuno rulla qualcos’altro oltre i tamburi, la mia capacità di allontanarmi da me stesso aumenta ancora un po’...)
Silenzio...
...tensione che sale alle stelle...


Merd*...è caduta la linea!
Buon mare a tutti!

14 maggio, 2006

Atterrato...

Eccomi quà...
Atterrato finalmente...beh, ormai sono quasi due settimane che sono atterrato...ma volevo raccogliere prima un po’ di colori, di profumi, di sensazioni...prima di scrivermi.
Sicilia...
Terra dalle molteplici contraddizioni questa...terra dove le case non vengono intonacate all’esterno, ma che magari all’interno sono delle reggie...terra dove sembra che manchi l’acqua (ed effettivamente spesso manca), ma nella quale tanti ettari di vigneto sono provvisti di impianti di irrigazione...terra che a sentire i telegiornali sarebbe popolata solo da vari Riina, Provenzano e Brusca (notare Foto 1. scattata ieri dal sottoscritto...)
, ma nella quali invece i vari Antonio, Giuseppe e Francesco ti accolgono come se fossi loro fratello...terra ospitale la Sicilia, un posto a tavola lo si trova sempre...soprattutto per chi è ospite come lo sono io...terra di grandi sapori la Sicilia...cannoli, ricotta, finocchetto selvatico, caponata, tonno, marzapane, agnello, cassata, melanzane, carciofi...terra di grandi vini la Sicilia...nero d’avola, grillo, inzolia, catarratto...
Bella...si, veramente...non c’è che dire.
Io come mi trovo?
Benissimo direi. Il lavoro va bene. Piano, ma in maniera decisa mi stò inserendo nella struttura. Tanto lavoro, ma contornato da interessanti prospettive. Dovrò rimboccarmi le maniche, ma la cosa non mi spaventa, anzì...direi che mi stimola. L’azienda mi supporta e io a loro volta la supporto. Mi sta mettendo nelle condizioni per rendere al meglio. E credo che nel medio-lungo periodo questa politica porterà decisamente a degli ottimi risultati...Ne sono sicuro.
Per il resto direi che le giornate scorrono alla velocita della luce ed io non faccio in tempo nemmeno a realizzarle tutte...Perbacco! Com’è questa storia?? Non sarà mica che qualcuno ha aumentato il ritmo delle lancette dell’orologio? Oppure è veramente ora di introdurre quello che io da tempo asserisco, ma che fino ad ora non trova moltissimi consensi...la famosa giornata da 36 ore. Ah, li si che ci sarebbe tempo per arrivare a fare tutto...Lavoro, attività fisica, relazioni interpersonali, affetti famigliari, sesso fatto come dio comanda (...mhhh...però io qui la vedo dura ca***rola...anzi, se qualcuno potesse farmi giungere una bambola di quelle lì dal continente... :p ),...
Direi che la vita mi sta soridendo, ed io, a sua volta, sorrido a lei...
P.s.(Foto 2.)
Scusate la faccia da ebete, ma quando mi devo fotografare da solo controsole viene fuori questo purtroppo...e più in basso non potevo andare perché il tutto non ci stava nell’inquadratura!!! oh, oh, oh...ha, ha, ha...che gran battuta che mi è venuta è??? Mi sa che stamattina oltre a pane, burro e marmellata mi ci è scappata pure una spruzzatina di simpatia e ilarità...mhhh...e se avessi fatto il cabarettista invece che l’enologo??
Comunque non era questo che volevo dire...torniamo a dei discorsi seri ed opportuni ( parafrasando Vasco e il suo mitico amico Alfredo l’incolpevole!!...mhhh...la vena ironica non mi molla più!!...argghhh...!)...quello che realmente io volevo dire è che...se io posso cambiare...e che se voi potete cambiare...tutto il mondo puo cambiare...Adriaaaanaaa!!! Noooo, frena...questo è Rocky 4 o 5 dopo aver riempito di sberle quel vichingo filocomunista di Ivan Drago...non riesco più a trovare il filo...era forse il filo d’Arianna?? Ma non Polianna...quella del cartone animato...che putroppo non hanno fatto le 4 serie come in Lupin III (perchè terzo se le serie erano 4???), che si differenziano per il colore della giacca che Lupin porta...e poi per il fatto che ci fosse Margot o Fujiko...ohhh dolcissime Margot e Fujiko, che mi avete turbato i miei sogni adolenscenziali...così come la grande Moana (Irraggiungibile!) e l’incomensurabile Eva Enger (...non trovo un aggettivo adatto, ciedo venia...), grandissima madrina e gradita ospite della SAGRA DEL CANNOLO di Piana degli Albanesi (grazioso borgo a ca. 7-8 km da dove abito io!)...Eva ed il cannolo...mhhh...se Rocco conosce le patate...beh, tornando a noi qui di patate ne vedo tante ma ne mangio poche!!!

Ma alla fine secondo voi, che volevo dirvi??...oltre a che ho smesso di farmi le canne ormai da...mmhhh...beh, non era nemmeno di questo che volevo palrlare...(Ma vi siete resi conto che ho scritto un P.s. più lungo di tutto il resto?...)

Insomma, per farla breve...
volevo aprire UFFICIALMENTE la STAGIONE BALNEARE 2006!!!
Aleee...tutti in al mare, tutti al mare...a mostrare le chiappe chiareeeeeeee!!!!

01 maggio, 2006

Messaggio per il comandante

Primo Maggio.

Festa del Lavoro, o almeno così c’è scritto sul calendario.

Ultimo giorno sul continente. Da domani diventerò un isolano a tutti gli effetti.

La valigia devo ancora preparararla, ma non c’è problema. Ormai di valigie e trasferte me ne intendo. Sono sempre riuscito a preparare tutto in 10 minuti. Le partenze devono essere rapide...più veloci sono, meno tempo si ha per realizzarle. Il che potrebbe risultare un vantaggio...Dato che anche per chi parte vige sempre la regola che: Sai quello che lasci, ma non sai quello che trovi...

Fino ad ora ho solo sempre trovato ambienti belli, gente che mi ha apprezzato e voluto bene..sostanzialmente ho sempre avuto la fortuna di trovare dei pezzi di me stesso, del mosaico che mi compone...

Nato con la camicia direbbe qualcuno...ed effettivamente mi sento così...

Tutto bene signor comandante!

La velocità di crociera è regolata. La navicella viaggia nell’unità di misura dei secondi, minuti, ore, giorni ed anni. È stato appurato che in questa realtà risulta essere la misura adatta.

Durante il tragitto percorso abbiamo raccolto molte esperienze, che sono state tutte registrate nel diario di bordo e che serviranno una volta tornati alla base per interpretare e comprendere quello che abbiamo vissuto, ricevuto, lasciato...Saprà forse dare un indicazione a chi in fututo seguira ed effettuera il percorso utilizzando i propri occhi ed i propri piedi a non sentiri così solo, per sapere che alla fine non siamo tanto diversi l’uno dall’altro...

Signor comandante, a Lei che da casa ci segue e ci consiglia attraverso i segnali che è in grado di inviarci. Potessi farle vedere che colori e profumi che ho trovato, che esistono sorrisi e lacrime, luce e buio...ma forse Lei conosce già tutto ed è per quello che ci lascia la possibilità di viverle in prima persone. Certo che ci vuole coraggio, Lei ce lo aveva sempre insegnato. E chi l’ascoltava con il cuore l’avrà sicuramente capita.

Signor comandante. A questo punto mi permetterei di ricordarle che durante i peridodi di trasferimento le comunicazioni si interromperanno, o meglio potranno essere disurbate o irregolari. Lei lo sa come funziona in questi casi. Si è impegnati nel osservare la via e nel pilotare. Bisogna stare un po’ attenti, anche qui esistono strade senza uscita...

Signor Comandante, a Lei che anche oggi, primo maggio, è al lavoro come sempre e che mi ha dato la possibilità di intraprendere questo splendido viaggio volevo dire grazie.

I motori sono quasi al massimo, manca poco al decollo. Ci sono ancora alcuni dettagli da mettere in ordine prima, percui La saluto fin da ora.

Il collegamento si interromperà tra esattamente tra una trentina di secondi per riprendere a data da destinarsi.

Grazie comandante!

Kaptain P.

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