In singolare contrasto col mio senso ardente di giustizia e di dovere sociale, non ho mai sentito la necessità di avvicinarmi agli uomini e alla società in generale. Sono proprio un cavallo che vuol tirare da solo; mai mi sono dato pienamente né allo stato, né alla terra natale, né agli amici e neppure ai congiunti più prossimi; anzi ho sempre avuto di fronte a questi legami la sensazione netta di essere un estraneo e ho sempre sentito il bisogno di solitudine; e questa sensazione non fa che aumentare con gli anni.
Sento fortemente, ma senza rimpianto, di toccare il limite dell’intesa e dell’armonia con il prossimo. Certo, un uomo di questo carattere perde così una parte del suo candore e della sua serenità, ma ci guadagna una larga indipendenza rispetto alle opinioni, abitudini e giudizi dei suoi simili, né sarà tentato di stabilire il suo equilibrio su basi così malferme.
Albert Einstein (Ulm, Germania 1879 – 1955), tratto da: “Come io vedo il mondo; Società e personalità”.
Ca**arola...il vecchio Albert ed io in alcune cose la vedevamo giusta...
Ok, ora mi metto a lavorare sul postulato della relatività...perbacco!