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19 agosto, 2006

una questione di tempo...

Sfiancato...
Da me stesso principalmente, è chiaro...sfiancato perchè non riesco a reagire e a sollevarmi da una condizione che non mi si aggrada e non ritengo essere adatta a me. Se fino ad alcuni anni fa utilizzavo la classica tattica del “dietro front” all’insorgere di una difficoltà o quando una cosa mi risultava indigesta. Ora invece sono diventato molto più paziente, più ponderato nelle mie scelte e nel modo con il quale successivamente le affronto...
Però qui mi rendo conto di fare fatica davvero...che sia stato un errore di valutazione all’inizio, un discorso di ambiente...che sia legato alla mia condizione psicologica o alle persone che mi affiancano...non saprei dirlo con esattezza...credo più alla “solita” concatenazione di cause.
Il problema è che sto cominciando a dare i primi segni di insofferenza. E questo può diventare assai poco gradevole per chi mi circonda, dato che tendo a diventare molto puntiglioso su tutto e a pungolare le persone sui loro difetti riflettendoglieli in maniera poco garbata...
Divento uno di quei classici rompipalle insoddisfatti che io stesso odio.
L’unica cosa buona è che me ne rendo conto e cerco di controllarlo il più possibile. Ma la rotta ormai l’ho presa e non credo ci siano “perturbazioni” in grado di farmela cambiare.
Io ci ho provato, magari non ho dato il 150%, però ci ho provato...
Direi che ora si tratta solo di una questione di tempo...

8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

mi domando cosa spinga a mollare tutto, spostarsi e ricominciare: la voglia di mettersi alla prova, la mancanza di stimoli, l'inseguimento dei propri sogni? tutti ottimi motivi, certamente. ma esistono delle condizioni necessarie alla riuscita del "trasloco"?
mi viene in mente una piantina che viene strapiantata in un altro vaso per farla crescere meglio: se non si trasferiscono anche le radici e magari un pò di terra vecchia, potrebbe non attecchire e morire. (non sono una grande esperta ma dovrebbe funzionare più o meno così, no?).
forse, mia cara piantina, ti manca qualcosa del tuo vaso vecchio...o forse la terra lì è troppo diversa...
alla fine siamo così insofferenti nel proprio vaso, ma allo stesso tempo non possiamo farne a meno.

non saprei cosa consigliarti, se non di prenderti un pò di svago, capire ciò che ti rende felice laggiù e concentrarti su quello.
pian piano le radici ricresceranno!
e poi c'è sempre posto nel vecchio vaso!
un bacione! ti abbraccio Peter!

sabato, agosto 19, 2006 3:02:00 PM  
Blogger Zello said...

hmmm...so che un giorno ci tornerò a casa (domani, dopodomani...), ma non mi piace mollare...non mi piace andarmene senza aver lasciato un segno tangibile del fatto di essere passato. Non so se può capire...
Forse è proprio per quello che continuo a muovermi...continuo a lasciare segni, o meglio le briciole come pollicino ;) per sentirmi a casa ovunque.
Qui faccio più fatica del solito, e si capisce dallo sfogo nel mio post...ma non riesco mica a mollare mannaggia! Sono un ariete... :)))

ciao Agata
Peter

sabato, agosto 19, 2006 4:21:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

E di fronte alla parola TEMPO non potevo rimanere in silenzio.
Sto imparando (e testando sulla mia pelle) una cosa importante: il tempo non c'entra. E' un paravento, dietro il quale si celano i nostri istinti, i desideri, l'insoddisfazione, la nostra fretta perchè qualcosa succeda, l'ansia di realizzarsi.
Se hai un problema affrontalo, senza consumarti dall'interno. E se la situazione si fa pressante tiratene fuori prima che questa lasci un segno indelebile. Non è detto che questo significhi mollare, quanto piuttosto mantenersi in linea con i propri valori, essere coerenti. Non vederla come una battaglia, è la tua vita. Decidi tu, giudichi tu. Nessun altro può farlo.

Anche sul "trasloco" mi sento chiamata in causa, ma ora è un po' tardi.. avrete mie notizie ;)

domenica, agosto 20, 2006 4:14:00 AM  
Blogger Zello said...

Un post, come sempre, risulta essere come una fotografia...un immagine ferma, definita.
Quando si scrive non si riesce a trasmettere alla carta (o allo schermo) l'elasticità del pensiero, il suo non essere rigido...

Per quanto mi riguarda non credo che in questo momento il tempo sia un paravento. E' invece quell'unita fisca utile a descrivere il periodo che necessiterò per portare a termine quanto accordato (principalmente con me stesso). Non posso abbandonare una cosa nel momento in cui serve il mio aiuto. Ho un compito ben preciso qui, finito quello affronterò (come tu hai sottolineato) tutti gli aspetti legati alla mia permanenza. Ma non posso farlo adesso. Ora è richiesto il mio dovere, la mia professionalità, non i miei bisogni. Subito dopo invece, potrò affrontare tutto ciò che è legato ad un discorso di coerenza con se stessi, dei miei valori...
E se rimane qualche segno?
Non c'è problema, abbiamo tutti la pelle più dura di quello che pensiamo...

;)

P.s. Ora aspetto notizie sul "Trasloco"! :))))

lunedì, agosto 21, 2006 7:59:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

hai visto the commitment? (sicuro è scritto sbagliato)
un impegno preso è come una parola data...
intanto , come ti sei già prefissato, finisci la raccolta, poi, al massimo li mandi affanculo!
e tutti coloro che frequentano il tuo blog sanno, come te, qual'è il luogo dove tutti ti vogliono bene. anche se il lavoro è lavoro, con le carte che hai un professionista serio lo saresti ovunque quindi non dimenticare le roots...
per il resto ...cresce...

giovedì, agosto 24, 2006 8:40:00 PM  
Blogger Zello said...

Mi mette i brividi sapere che cresce..davvero, una notizia bellissima che mi riempie di felicità.

P.s. un nome? (si, so che è ancora presto...)

P.s. II "The commitments" ;)

venerdì, agosto 25, 2006 7:57:00 AM  
Blogger rainbow72 said...

Eccomi, son tornata, le ferie son finite e si torna all'ovile...
Ciao Zel,
come la va' teston di un ariete? A quanto pare la tristezza ha preso il sopravvento..
Io sono convinta che porterai a termine la tua missione, costi quel che costi.. e poi ricorda: "niente è per caso" e se sei capitato li un perchè ci sarà..
Vedrai che è solo un momento di insofferenza che passerà come tutti gl'altri momenti che hai avuto nella vita, e poi mica ci devi rimanere in eterno li,no? Anzi, a proposito quand'è che te torni "rompiballe"? :0)
Io sto bene, ho trascorso 15 giorni in relax e cercando di far chiarezza in me stessa, ed ho letto un bel libro (che ti consiglio, se non l'hai già letto: L'inizio è la mia fine di Tiziano Terzani)che mi ha dato un grande aiuto.
E adesso sono pronta per riprendere in mano la mia solita vita..
Adesso scappo, è entrato un cliente. Magari ti posto domani.
Un abbraccio GRANDE-GRANDE.
baci.
Ps.: quest'anno me tocca tifà MILAN: fateli neri quegl'interisti del cavolo... :0)

lunedì, agosto 28, 2006 4:44:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

Beh, in fondo penso che un'esperienza lavorativa cosi' lontana da casa possa esser vista come un tranpolino e non come un arrivo...
Nel frattempo cerca di apprendere tutto quello che in futuro ti potra' essere utile...
E poi nella vita non si sa mai...
Forse se trovi una sicula d.o.c.g. che ti fa girare la testa cambi idea e lasci altro che un segno!!!
Ciao vecio, stammi bene!!!

mercoledì, agosto 30, 2006 4:30:00 PM  

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