Luglio 2006...postdatato.
Pesante. Un peso indefinito. Ma senza massa. Non è quantificabile con nessuna bilancia, con nessuno strumento. È il peso che offusca la vista, smorza il respiro. Sembra che il cuore non batta più. Tutto ovattato e debole. Le percezioni sono ridotte al minimo e tutto diventa insipido. Soprattutto le cose che per te erano importanti, erano tutto. È il peso che non si scorge ma che opprime l’anima. Non voglio perdere la gioia, il sorriso, la voglia di stare con la faccia la vento. Non voglio che la mia vita mi scorra accanto senza che me la sento addosso. Non ho bisogno di essere spettatore, dato che ho scelto di esserne il protagonista. È ora di scegliere, di recidere quei cordoni ombelicali che invece di nutrirmi, mi sfiancano, mi disidratano e mi prosciugano l’anima. Mia madre in grembo mi proteggeva, mi preparava ad affacciarmi alla vita. Io la vita a chi non ha ancora scelto di viverla veramente non la posso donare. Non è il mio compito. E nemmeno tenerla in vita artificialmente. La paura rende impossibile l’amore. Per se stessi e di riflesso per gli altri. Si può vivere nelle proprie paure, ma non è vivere. Lo definirei un sopravvivere.
Fear can stop your loving, love can stop your fear...(Morcheeba)
.
.
"Yoga significa recidere la connessione con ciò che causa la sofferenza.
Lo Yoga deve essere praticato con risolutezza e con un cuore imperturbabile."
(Bhagavad Gita - VI.23)
.
.
.
.
Forse però io un cuore imperturbabile manco ce l'ho...