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09 settembre, 2006

Unità di misura

Ore, minuti, secondi... metri, centimetri, millimetri... litri, atmosfere, bytes, volt, watt...
Unità di misura.
Tutte le convenzioni che siamo riusciti a descrivere in questi pochi millenni e che ci hanno facilitato la comunicazione, la crescita e lo sviluppo. Sia da un punto di vista tecnico - scientifico, ma anche da quello umano, sociale.
Ma in tutto questo periodo non siamo mai riusciti a creare un modello che sia in grado di misurare lo spettro delle emozioni, dolorose o piacevoli che essi siano. Misuriamo onde, pulsazioni, sollecitiamo certe regioni celebrali piuttosto che altre, ma (per ora) siamo ancora molto lontani da comprendere descrivendola con un equazione, la sensazione che ci provoca interiormente una situazione piuttosto che un'altra.
La fitta che ti percuote e ti stordisce quando ti comunicano che la vita di una persona a te cara e che fino ad un ora prima era parte integrante del tuo ambiente è cessata e ti rendi conto che niente e nessuno potrà mai portare indietro l’orologio e ripresentarti le situazioni passate.
La gioia che ti attraversa quando osservi un bambino che gioca e guarda il mondo con la spensieratezza di chi ancora non conosce meschinità, bugie e soprusi.
Il senso di abbandono che provi quanto saluti da una banchina di una stazione grigia e polverosa la persona amata che sia allontana su un treno che non tornerà mai più, dato che le circostanze hanno deciso diversamente.
Il delirio costante vissuto durante l’innamoramento, fatto di suoni onomatopeici, bacini rubati in qualsiasi posto e momento e di tutti quei minuti spesi ad aspettare tremante di rivedersi per fare l’amore.

Un unità di misura della vita?

Molto probabilmente la vita stessa...che forse una sua misura non la ammette nemmeno, che si muove al di fuori delle regole definite e che non ha ne ingressi, ne vie di uscita.

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